15 dicembre 2025

Settimana decisiva per l’UE: la credibilità si misura sui “bulloni” della politica

Tra asset russi, Ucraina, auto, agricoltura e Mercosur: l’Europa capisce se sa trasformare principi in capacità.

Questa settimana (15–20 dicembre 2025) l’Unione europea non è chiamata a “dire” che cosa pensa del mondo: è chiamata a dimostrare che cosa sa fare nel mondo. Il calendario: incontro a Berlino oggi 15 dicembre, pacchetto automotive il 16, Consiglio europeo il 18–19, diretta di Putin il 19, Mercosur il 20, con la protesta agricola che incombe su Bruxelles.  

Il filo che unisce tutto è semplice: credibilità. Abbiamo parlato di Europa “peacemaker” non come figura neutrale, ma come attore capace di far accadere cose: garantire aiuti, sostenere alleati, imporre costi a chi viola regole, rendere verificabili gli accordi. Ora quella stessa credibilità viene stressata su tre piani contemporanei.

Primo piano: Ucraina e asset russi immobilizzati. In questi giorni l’UE sta consolidando la scelta di congelare in modo stabile gli asset sovrani russi (evitando il rito del rinnovo periodico che apre al ricatto politico) e di usarne i proventi o le disponibilità come base per strumenti finanziari a sostegno di Kiev.  La reazione russa, infatti, non è teorica: oggi Reuters segnala l’azione della Banca centrale russa contro Euroclear in un tribunale di Mosca, un messaggio chiaro su quanto questo dossier sia diventato una guerra di diritto, finanza e deterrenza.  

14 dicembre 2025

Luci che ci uniscono

Un messaggio di Hanukkah della Universal Peace Federation su dignità, solidarietà e costruzione della pace

Hanukkah inizia al tramonto del 14 dicembre 2025 e si conclude alla notte del 22 dicembre 2025. Radicata nella storia e nella fede ebraica, questa festa ricorda la ridedicazione del Tempio ed è segnata dall’accensione della menorah: ogni fiamma è una testimonianza di perseveranza, memoria e della ferma convinzione che la luce possa vincere le tenebre.

Pur avendo origini profondamente particolari, Hanukkah possiede una risonanza universale. In tutte le culture e tradizioni, il simbolismo della luce afferma la speranza di fronte alle avversità e la responsabilità morale di difendere la dignità umana. In questo senso, Hanukkah parla non solo al popolo ebraico, ma a tutti coloro che cercano libertà, giustizia e pace.

Quest’anno Hanukkah è celebrata poco dopo la Giornata dei Diritti Umani del 10 dicembre e vicino alla Giornata Internazionale della Solidarietà Umana del 20 dicembre. Questa convergenza invita a riflettere sulle fondamenta etiche condivise che sorreggono tanto le tradizioni religiose quanto le norme internazionali. L’eredità della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che afferma come la dignità umana sia il fondamento della libertà, della giustizia e della pace, trova un naturale eco nel messaggio di Hanukkah sulla resilienza e sul coraggio morale.

12 dicembre 2025

Europa come peacemaker: la credibilità non nasce dai discorsi

Nel linguaggio comune “peacemaker” è quasi sinonimo di neutralità. Ma per chi vive una guerra la domanda è più ruvida: questo attore può davvero far accadere qualcosa? Aprire corridoi umanitari, garantire scambi di prigionieri, far arrivare fondi, imporre costi a chi bara, offrire un minimo di sicurezza. Se non può, resta un commentatore con bandiera.

di Giorgio Gasperoni

Da qui la distinzione chiave: imparzialità di metodo, non equidistanza sui principi. Un facilitatore serio deve essere corretto nelle procedure (ascolto, regole del tavolo, trasparenza, verifica), ma non può trattare come “simmetriche” violazioni gravi di norme che proteggono i civili e tengono in piedi l’ordine internazionale. Altrimenti non media: normalizza.

Che cosa rende l’Unione europea credibile agli occhi degli attori in guerra? Sette fattori, molto concreti.

Primo: unità politica visibile. Se Commissione, Consiglio e capitali principali dicono la stessa cosa (obiettivi, linee rosse, incentivi), l’UE diventa un interlocutore. Se prevalgono i veti o le “diplomazie parallele”, le crepe vengono sfruttate.

11 dicembre 2025

Salvaguardare i bambini e le comunità del Mozambico

Un appello della UPF per la protezione, la dignità umana e il peacebuilding cooperativo

La Universal Peace Federation pubblica questa dichiarazione mentre violenze e sfollamenti continuano a intensificarsi nel nord del Mozambico. I rapporti delle Nazioni Unite – tramite UN News, la panoramica umanitaria di OCHA e gli aggiornamenti dell’UNHCR – descrivono attacchi ripetuti che hanno costretto più di 107.000 persone a fuggire nel giro di poche settimane e oltre 1,3 milioni dal 2017. Molte famiglie sono state costrette a fuggire più volte nel corso del 2025, poiché la violenza si è estesa anche in aree precedentemente più sicure della provincia di Nampula.

I bambini sono al centro di questa crisi. Secondo i rapporti dell’UNICEF, quasi due terzi dei nuovi sfollati sono minorenni, molti dei quali arrivano esausti, traumatizzati e separati dai loro familiari. L’UNHCR e i suoi partner documentano un aumento dei rischi di violenza sessuale e di genere nei rifugi temporanei sovraffollati. Scuole e strutture sanitarie sono sotto forte pressione, mentre le comunità cercano di assorbire ondate successive di famiglie sfollate.

Illuminare il cammino della giustizia e della dignità umana

L’8ª settimana della Seconda Campagna, dal 12 al 18 dicembre, è dedicata ai diritti umani, allo stato di diritto e alla solidarietà con le comunità sfollate e vulnerabili, in armonia con l’agenda globale sui diritti umani.

Sebbene la Giornata dei Diritti Umani del 10 dicembre cada immediatamente prima di questa settimana del calendario, il suo messaggio ispira l’intera ottava settimana della campagna. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948, rimane una pietra angolare del sistema internazionale. Le Nazioni Unite e l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani continuano a usare la Giornata dei Diritti Umani per richiamare a uguaglianza, libertà e giustizia per tutti, ricordando a governi e cittadini che i diritti non sono ideali astratti, ma impegni quotidiani. Si raccomanda ai capitoli UPF di mettere in luce come i cinque principi guida dell’UPF risuonino con questa carta universale, in particolare la convinzione che ogni persona possiede un valore innato che nessuno Stato o istituzione può sottrarre.

10 dicembre 2025

La dignità umana al cuore del nostro futuro comune

Dichiarazione della Universal Peace Federation per la Giornata dei Diritti Umani – 10 dicembre 2025

Il 10 dicembre la comunità internazionale celebra la Giornata dei Diritti Umani, che ricorda l’adozione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a Parigi nel 1948, della Dichiarazione universale dei diritti umani (risoluzione 217 A). Per la prima volta la Dichiarazione stabilì uno standard comune di diritti e libertà fondamentali per tutte le persone e ha ispirato un ampio corpo di trattati e standard internazionali sui diritti umani, diventando un fondamento del diritto internazionale e della cooperazione contemporanei. Nel 2025 l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani pone l’accento sul tema “Our Everyday Essentials”, sottolineando che uguaglianza, giustizia, libertà e dignità devono plasmare non solo le istituzioni e le leggi, ma anche le scelte quotidiane, le relazioni e gli spazi digitali.  

8 dicembre 2025

Giovani, San Marino e l’Europa concreta

di Giorgio Gasperoni

Per molti giovani sammarinesi l’Europa non è un concetto astratto, ma una geografia della vita quotidiana: studiare in Italia o in Austria, lavorare in Germania, avere amici in Spagna, parenti nel Regno Unito o in Giappone.

In questo intreccio di biografie, la Repubblica del Titano sta vivendo una fase decisiva: l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea promette di avvicinare ancora di più San Marino al mercato interno, ai programmi di mobilità, alle reti giovanili continentali.

Per le nuove generazioni significa, in concreto:

·     più opportunità di studio, tirocinio e lavoro in contesto europeo;

·     procedure più chiare per il riconoscimento di titoli e competenze;

·     una cornice più solida per restare “radicati” a San Marino senza rinunciare a un orizzonte internazionale.

In un tempo di incertezze, la piccola Repubblica diventa così un laboratorio interessante: un microstato che non difende la propria identità chiudendosi, ma cercando un posto attivo dentro l’Europa. È anche attraverso scelte come questa che possiamo misurare se l’Unione, oltre ai trattati, riesce ancora a parlare al futuro concreto dei giovani.

Ci riuscirà l’Europa?

Tra crisi, protezionismi e giovani generazioni: l’Unione alla prova della “calibrazione”

di Giorgio Gasperoni

La domanda non è più se l’Europa “serva” o no. La domanda vera è un’altra, più esigente: l’Europa ce la farà a restare protagonista in un mondo che corre verso nuove forme di potenza, di conflitto e di protezionismo?

Crisi finanziarie, pandemia, guerra in Ucraina, competizione tra Stati Uniti e Cina, instabilità ai confini: tutto chiede al progetto europeo di uscire dalla zona di comfort. Parole come autonomia strategicasovranità europeasicurezza economica sono entrate nel linguaggio quotidiano delle istituzioni.

Eppure, accanto a questo risveglio, vediamo veti incrociati, governi che si mettono di traverso, ribellioni contro proposte come il “Buy European”. È qui che serve una parola meno ideologica e molto concreta: calibrazione.

Calibrare significa trovare un equilibrio tra poli che si respingono: a) apertura e protezione, b) livello europeo e interessi nazionali, c) velocità decisionale e consenso democratico.

La grande domanda è proprio questa: l’Europa sarà capace di calibrare, o resterà prigioniera delle proprie contraddizioni?