9 maggio 2025

Coscienza e realtà: una riflessione ispirata a Federico Faggin

di Giorgio Gasperoni

Negli ultimi anni, una voce fuori dal coro ha saputo richiamare l’attenzione della scienza a interrogativi più profondi: Federico Faggin, pioniere dell’informatica e inventore del primo microprocessore, ha dedicato la seconda parte della sua vita a una ricerca sorprendente – quella sulla coscienza.

Secondo Faggin, la coscienza non è un prodotto del cervello, né il risultato accidentale dell’evoluzione materiale. Essa è realtà primaria, preesistente alla materia, e non riducibile a un algoritmo. Le sue parole fanno eco a tradizioni filosofiche e spirituali antiche, per le quali la coscienza è ciò che dà origine e significato alla vita, e non il contrario.

Questa prospettiva rovescia la visione dominante. Non siamo macchine biologiche complesse, ma esseri coscienti che abitano un corpo. La materia non genera la vita, ma è piuttosto la vita – e la coscienza – a informare la materia. È una rivoluzione silenziosa, ma potente, che apre nuove strade al dialogo tra scienza e spiritualità.

Nel tempo dell’intelligenza artificiale, dove si sogna (o si teme) la nascita di una coscienza artificiale, la testimonianza di Faggin ci ricorda un punto essenziale: nessuna macchina potrà mai contenere l’infinito che è in noi. Non si tratta di nostalgia del passato, ma di custodia di una verità profonda: l’essere umano è irriducibile, perché cosciente, libero e unico.

In un mondo che corre verso il futuro, abbiamo bisogno di fermarci e ascoltare queste voci coraggiose. Perché solo una tecnologia che riconosce il mistero dell’uomo può essere davvero al servizio della pace.

L’intelligenza artificiale e la coscienza: una distinzione necessaria

di Giorgio Gasperoni

Nel dibattito sempre più acceso sull’intelligenza artificiale, emerge spesso una confusione tra ciò che le macchine sono in grado di fare e ciò che significa essere umani. La capacità dell’IA di elaborare enormi quantità di dati, generare linguaggio naturale, simulare emozioni o ragionamenti, affascina e inquieta. Ma vi è un punto su cui è urgente fare chiarezza: l’intelligenza artificiale non possiede né potrà mai possedere la coscienza.

La coscienza non è il prodotto di una quantità di calcolo, né un epifenomeno emergente della complessità. Essa è esperienza interiore, libertà, intenzionalità, e per molti anche apertura al trascendente. Le macchine, per quanto avanzate, non “sentono”, non “vogliono”, non “decidono”. Esse simulano comportamenti, ma non sono soggetti morali. Non hanno un “io”.

Questa distinzione non è solo filosofica: è etica, antropologica e spirituale. Se dimentichiamo che l’essere umano è insostituibile nella sua dignità, rischiamo di costruire società disumanizzate, in cui le persone sono ridotte a numeri e i criteri di giudizio a meri algoritmi. È compito della cultura, dell’educazione e anche della spiritualità, custodire questa differenza ontologica e non lasciarsi sedurre dalla mitologia tecnologica.

L’IA potrà essere un potente strumento al servizio dell’uomo, ma mai un sostituto della sua coscienza. La sfida etica del nostro tempo è proprio questa: utilizzare la tecnologia con intelligenza, ma vivere con coscienza.

2 maggio 2025

L’incarnazione per affinità: oltre la reincarnazione, verso un’etica della cooperazione spirituale

Desideriamo dedicare uno spazio di riflessione a una visione poco conosciuta ma intensamente attuale del rapporto tra spirito e identità personale. L’articolo proposto esplora una lettura alternativa della reincarnazione, ispirata a una conversazione registrata nel 1965 tra il celebre medium Arthur Ford e Sun Myung Moon, fondatore del movimento dell’Unificazione.

Attraverso una prosa filosofica ma accessibile, l’autore ci guida in una comprensione non meccanicistica della vita spirituale: non ritorni forzati, ma collaborazioni per affinità; non sostituzioni d’anima, ma cooperazione tra spiriti e individui che condividono una stessa vibrazione etica e una medesima missione.


In un tempo in cui l’umanità cerca nuove sintesi tra spiritualità e coscienza storica, questa visione offre uno spunto prezioso per pensare una “civiltà dello Spirito” non come utopia religiosa, ma come progetto etico universale.


Questo testo si inserisce nel nostro percorso di dialogo interreligioso e interculturale, offrendo un contributo originale al dibattito sul senso della vita, dell’identità e della missione dell’uomo nel mondo.

 

di Giorgio Gasperoni


Vi sono momenti nella vita in cui, improvvisamente, ci si sente abitati da qualcosa che ci supera. Non si tratta di una voce esterna, né di un pensiero propriamente nostro: è un impulso silenzioso, una chiarezza che non ci appartiene, eppure ci attraversa. È forse in quei momenti che si manifesta ciò che potremmo chiamare una incarnazione spirituale: un incontro fra il visibile e l’invisibile, fra ciò che siamo e ciò che potremmo essere.

7 aprile 2025

«A tutti gli uomini di buona volontà»

Pacem in Terris e il sogno di una pace universale

di Giorgio Gasperoni

Nel cuore della Guerra Fredda, Papa Giovanni XXIII si rivolge all’intera famiglia umana. La sua enciclica del 1963, rivolta a tutti gli uomini di buona volontà, resta un faro per chi crede che la pace sia una vocazione condivisa. Una riflessione attuale alla luce della visione unificazionista.

«La pace sulla terra, suprema aspirazione di tutta l’umanità, non può essere stabilita e consolidata se non nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio.»

— Giovanni XXIII, Pacem in Terris, 1963

Un messaggio per il mondo intero

Quando l’11 aprile 1963 Giovanni XXIII firmò Pacem in Terris, scelse un destinatario inedito: non solo i cattolici, non solo il clero o i credenti, ma tutti gli uomini di buona volontà. In un’epoca segnata dalla paura nucleare e dalle divisioni ideologiche, l’enciclica si propose come un appello universale alla coscienza umana.

Leader dei Balcani occidentali a convegno per rafforzare la cooperazione regionale

Riflessioni su pace, stabilità e transizione demografica in una regione strategica per l’Europa.

di Vittorio Patanella

Pristina, Kosovo - Il 5 ottobre 2024 si è tenuto a Pristina, presso l’Hotel Emerald, il convegno “Pace, stabilità e transizione demografica nei Balcani occidentali”, promosso da Universal Peace Federation (UPF Europa e Medio Oriente). In una regione ancora segnata da tensioni e sfide demografiche, leader politici e accademici si sono riuniti per discutere strategie di cooperazione e riconciliazione.

L’evento, ospitato dal governo del Kosovo e inaugurato dal Primo Ministro Albin Kurti, ha visto la collaborazione dell’University of Business and Technology (UBT), la principale università privata del Kosovo, e dell’Associazione internazionale dei giovani e degli studenti per la pace (IAYSP). Hanno partecipato 130 persone, tra cui ex Capi di Stato di Albania, Kosovo e Montenegro; due Ministri e tre parlamentari in carica e precedenti; un membro del Parlamento Europeo; e un rappresentante delle Nazioni Unite.

Donna e famiglia in Iraq oggi: Intervista a Suor Caroline Jarjis

In un contesto segnato da conflitti, difficoltà sociali e leggi spesso discriminatorie, il ruolo delle donne in Iraq continua ad evolversi. Nonostante le sfide, ci sono segnali di cambiamento, alimentati dalla determinazione di figure come suor Caroline Jarjis, che, attraverso la sua attività religiosa e sociale, promuove l’empowerment femminile. In questa intervista, suor Jarjis ci offre una panoramica della realtà odierna in Iraq, evidenziando le opportunità e le difficoltà delle donne, e riflette su come la cultura e la politica possano evolversi per garantire loro diritti fondamentali e dignità.

di Elisabetta Nistri

L’Iraq è una nazione che ha attraversato numerose tragedie nel corso della sua storia. Attualmente, l’opinione pubblica irachena è al centro di un acceso dibattito su una serie di emendamenti alla Legge sullo Status Personale, i quali potrebbero portare a significative violazioni dei diritti di donne e bambine.

In questo contesto, i cristiani, sebbene minoranza spesso vittima di persecuzioni, trovano sostegno in una Chiesa che trae forza dalla testimonianza dei suoi martiri e dal viaggio apostolico di Papa Francesco in Iraq, avvenuto tre anni fa, che ha portato un rinnovato senso di speranza.

Questi e altri temi sono stati al centro di un’intervista a Suor Caroline Jarjis, coordinatrice dell’Associazione “Martyr Anaheed Assembly to Empower Girls and Women” (MAA). L’incontro si è svolto durante il webinar “Donna e famiglia in Iraq oggi,” organizzato dalla Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo (WFWP Italia) martedì 5 novembre 2024, presso l’Ambasciata di Pace di Roma.

Israele e Palestina: Un piano congiunto per ripristinare la pace

di Giorgio Gasperoni

UPF-EUME – In situazioni segnate dalla guerra è fondamentale cercare segni di speranza e riflettere su quali azioni possano essere intraprese per ristabilire la pace. Il 16 dicembre 2024 UPF ha organizzato un webinar nell’ambito del Middle East Peace Program, l'iniziativa per la pace in Medio Oriente.  Guy Taylor del The Washington Times ha moderato la discussione su una nuova proposta di pace tra Israele e Palestina. L'incontro è stato aperto da David Fraser-Harris, segretario generale di UPF per il Medio Oriente e il Nord Africa, ed è terminato con un intervento finale del dottor Michael Jenkins, presidente di UPF International.

Nel luglio 2024 Ehud Olmert e Nasser Al Kidwa hanno proposto un piano che potrebbe dare nuovo impulso alla soluzione a due Stati. Olmert, eletto due volte sindaco di Gerusalemme, è stato Primo Ministro di Israele dal 2006 al 2009. Nasser Al Kidwa, nipote dello storico leader dell'OLP Yasser Arafat, ha rappresentato l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina alle Nazioni Unite dal 1991 al 2005 ed è stato Ministro degli Esteri dell'Autorità Palestinese fino al 2006. I due leader hanno firmato e reso pubblica la loro proposta nel luglio dello scorso anno e l'hanno presentata a Papa Francesco nel mese di ottobre.

Giuseppe Malpeli: Educatore, Ambasciatore di Pace e Difensore dell’Umanità

Giuseppe Malpeli ha lasciato un segno indelebile come educatore, ambasciatore di pace e instancabile difensore dei diritti umani. La sua vita è stata un viaggio tra l’Italia e l’Asia, guidato dall’impegno per l’istruzione e dalla dedizione verso i più vulnerabili. Il Peace Forum di UPF Italia ha dedicato un evento speciale alla sua memoria, raccontando l’eredità di un uomo straordinario attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto e apprezzato.

di VittorioPatanella

Oggi rendiamo omaggio a Giuseppe Malpeli, una figura straordinaria che ha dedicato la sua vita alla causa della pace e che purtroppo non è più tra noi. Nell’ambito del ciclo “Essere costruttori di pace”, abbiamo l’onore di accogliere due ospiti d’eccezione: l’onorevole Albertina Soliani e la professoressa Roberta Cardarello dell’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE). Entrambe, avendo avuto il privilegio di conoscerlo, hanno curato la raccolta dei suoi scritti e oggi ci offrono una riflessione sulla sua figura.

Con queste parole, Franco Ravaglioli, vicepresidente della Universal Peace Federation (UPF Italia), ha introdotto il webinar “Giuseppe Malpeli - Sulle strade dell’educazione in Italia e in Asia”, svoltosi lunedì 25 novembre 2024 e organizzato dal Peace Forum di UPF Italia.