Noi rom siamo uomini, donne e bambini come tutti gli altri e la mia voce sarà sempre alta per ribadirlo
di Carlotta Morgana
da TUZLA (Bosnia) – E' diventato il portavoce di ottomila fantasmi che chiedono giustizia, vittime della ferocia criminale dei boia di Mladic e dell'ignavia di chi ha girato la testa dall'altra parte. Assassini che nel 1992 hanno fatto diventare Srebrenica, nella Bosnia musulmana, una nuova Auschwitz. Zijo Ribic ha ventotto anni ma lo sguardo di un uomo senza età, perso nell'angoscia profonda che scandisce ogni attimo della sua esistenza. Eppure, questo ragazzo dall'aspetto fragile, ha tirato fuori tutto il coraggio che non hanno avuto uomini ben più forti di lui e ha denunciato i massacratori dei suoi genitori e dei suoi fratelli, annientati in una delle giornate più orribili della storia europea del Novecento. Li ha riconosciuti uno per uno e, grazie a un centro coordinato dalla sociologa Natasha Kandic, nato proprio per far luce sulle responsabilità individuali di quell'orrore, è riuscito a portarli davanti ai giudici.
Lo scorso gennaio, dopo un processo durato quattro anni, il Dipartimento per i crimini di guerra della Corte superiore di Belgrado ha condannato sette membri del gruppo paramilitare di Simo Bogdanovic detto
Tre anni ci sono voluti a Zijo per rimettersi dalle ferite del corpo, mentre per quelle dell'anima non gli basterà tutta la vita. Racconta ancora:
Chi volesse aiutare Zijo Ribic scriva a carlotta.morgana@virgilio.it
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