(International Association of Parliamentarians for Peace – Forum Internazionale dei Parlamentari per la Pace)
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di Giorgio Gasperoni
25 ottobre 2017, Roma.
Anche in Italia, presso la Camera dei Deputati, è stata presentata la IAPP, fondata il 15 febbraio 2016 a Seul da 150 Parlamentari provenienti da 41 nazioni diverse. Promossa e sostenuta dalla Universal Peace Federation, la presentazione di oggi fa parte di uno dei tanti appuntamenti che si stanno svolgendo nelle opportune sedi istituzionali del mondo, come in Zambia, Nepal, Costa Rica, Paraguay, Giappone, Stati Uniti e Inghilterra (elenco completo a pag. 7). I prossimi appuntamenti saranno in Slovenia, Albania e al Parlamento Europeo.
Alla conferenza stampa del mattino, moderata da Agostino Formichella, hanno partecipato i deputati Eleonora Bechis (AL), Roberto Rampi (PD), Albertina Soliani e Gerardo Giovagnoli (Repubblica di San Marino) insieme a Jacques Marion (Vice presidente UPF Europa) ed Antonio Stango (Presidente LIDU).
Marion ha annunciato che “a breve partiranno dei tavoli di lavoro internazionali su questioni calde quali l’estremismo e la radicalizzazione” al fine di trovare soluzioni locali integrate che possano portare soluzioni globali. “L’appuntamento di oggi è in controtendenza, poiché la IAPP ha deciso di credere nella politica, quando gli altri hanno smesso di crederci” ha affermato invece l’On. Rampi nel suo intervento, mentre l’On. Giovagnoli ha parlato di “un’aria di dignità e rispetto” riferendosi all’armonia che si respira durante gli incontri internazionali del forum e all’importanza di proseguire in altre iniziative.
Elisabetta Nistri, presidente della Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo (WFWP), ha ricordato il ruolo delle donne nel costruire collaborazioni tra le varie componenti della società. La WFWP sarà impegnata a Lisbona nel mese di novembre in una conferenza sul tema della risoluzione dei conflitti.
L’On. Roberto Rampi ha ricordato che, dopo le esperienze di Londra, Seul, Gerusalemme e Vienna, tocca a Roma essere al centro di questo cammino cosmopolita e transnazionale di convinti pacificatori e costruttori di Pace. Bisogna ridare valore al ruolo storico di questo Paese e della cultura mediterranea come luogo di incontro tra etnie e religioni differenti, facendo tesoro della necessità di uno sviluppo più armonico e responsabile, più diffuso, di un’ecologia per il pianeta, dell’ambiente e delle persone che valorizzi le differenze, senza omologazioni e sopraffazioni. Questo il nostro impegno.
L’ex senatrice Albertina Soliani, e madrina della IAPP, ha messo enfasi sul ruolo dei parlamentari: “I Parlamenti e i Parlamentari rappresentano i popoli. I Parlamentari rappresentano quel grande deposito di aspirazione alla pace che i popoli si augurano... e dopo secoli di tragedie dell’umanità questo resta un grande patrimonio, oggi. Credo che i Parlamenti e soprattutto i Parlamentari, se si riuniscono ben oltre la dimensione della loro nazione, possono far camminare questa aspirazione alla pace, che non sempre le condizioni storiche, gli interessi in campo e anche le dinamiche di governo possono conseguire. È come se le aspirazioni profonde che sono negli animi degli esseri umani possono confluire in un unico obiettivo. In sostanza bisogna delineare l’obiettivo che va ben al di là delle difficolta presenti”.
Per loro natura, sostiene la Sen. Soliani, i parlamentari sono gli intermediari posti tra la società civile e i governi. Questo è il senso dell’incontro di oggi, nell’inaugurazione della IAPP. La diplomazia parlamentare può prospettare soluzioni non sempre nella possibilità dei governi. La diplomazia parlamentare e civile può e deve orientare la diplomazia degli Stati.
L’On. Eleonora Bechis, in relazione alla propria adesione alla IAPP, ha rinnovato il suo “impegno in difesa della famiglia poiché contiene tutti gli elementi necessari alla costruzione della pace”; durante l’intervento ha citato inoltre la nascita dell’associazione “Binario 9 e trequarti” che si occuperà di difesa dei minori senza discriminazione alcuna.
L’Europarlamentare Flavio Zanonato, non potendo essere presente, ha inviato un suo messaggio video, congratulandosi per l’iniziativa estremamente importante portata avanti dalla UPF insieme ai parlamentari di tutto il mondo. L’On. Zanonato è il promotore della presentazione del progetto IAPP al Parlamento Europeo il prossimo 5 dicembre a Bruxelles.
L’On. Gerardo Giovagnoli, mettendo enfasi sul ruolo dei Parlamentari, ad esempio ha ricordato che oggi siamo di fronte a due rischi globali: la distruzione nucleare e il cambiamento climatico. “Questo luogo ci permette di essere noi stessi. Quando ritorniamo alle nostre case politiche rischiamo di non esserlo fino in fondo. Il tentativo della UPF è veramente meritevole”.
Ex parlamentare e giornalista marocchina, l’On. Souad Sbai ha voluto sottolineare che prima di parlare di pace bisogna risolvere i conflitti. Al momento il Mediterraneo offre squarci di guerre e profonde ingiustizie. In questi ultimi anni abbiamo sentito parlare della guerra in Siria mentre di luoghi come l’Algeria o l’Armenia non se ne parla, nonostante le tante ingiustizie.
L’On Luigi Lacquaniti, aderente al Movimento Democratico, è impegnato sul fronte della libertà religiosa. Il suo impegno per la pace lo vede coinvolto in vari ambiti, quali la Commissione della Difesa e la Commissione d’inchiesta sull’Uranio impoverito. L’impegno per la libertà religiosa è una parte importante del suo impegno politico. Ci sono aree regionali in Italia che hanno cercato di limitare tale libertà. Le leggi che si occupano di libertà religiosa risalgono al 1929, durante il periodo fascista. “Parlando di pace, dobbiamo tenere presente che si concretizzerà quando avremo un’effettiva giustizia sociale. Quando ci sarà un vero dialogo fra le culture. Il terrorismo colpisce soprattutto chi cerca il dialogo. Anche in Italia, sviluppando il dialogo sulla libertà religiosa, possiamo arrivare a promuovere concretamente la pace”.
Sempre introdotto da Carlo Zonato, è stato dato spazio all’intervento del dott. Otsuka, direttore della UPF Europa, Eurasia e Medio Oriente, da sempre impegnato in progetti per la riunificazione della Corea.
Dopo aver salutato e ringraziato i presenti, il dott. Otsuka ha introdotto l’UPF e le sue attività, sottolineando come questa si basi sulla cooperazione internazionale, interetnica ed interreligiosa, con in mente il concetto di un’unica famiglia globale con al centro Dio. Il dott. Otsuka si è inoltre soffermato sul bisogno di chiarire il concetto di pace basandosi su dei valori universalmente condivisi, mentre, al giorno d'oggi, questo concetto porta più spesso conflitti che risoluzioni.
Ha portato come esempio il Rev. dott. Sun Myung Moon e sua moglie dott.ssa Hak Ja Han, fondatori della UPF, che hanno vissuto la loro vita applicando un semplice principio: vivere per il bene degli altri.
Per concludere, il dott. Otsuka ha sottolineato il ruolo importante dei parlamentari e dei politici nella costruzione di un mondo di pace e ha ringraziato i presenti per l’ascolto e il supporto.
La prima sessione si è conclusa con la sottoscrizione della risoluzione della IAPP da parte dei Parlamentari e del pubblico presente.
Seconda sessione
La seconda parte è stata introdotta da Maria Gabriella Mieli (Vicepresidente WFWP Italia), con il contributo di esperti in varie aree. Il dott. Antonio Stango, presidente della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (LIDU) è intervenuto con un discorso dal titolo “Rapporto tra Diritti Umani e Pace”.
Il dott. Stango è attivo nel campo dei diritti umani da 35 anni, e da tempo collabora con la UPF.
Per citare un esempio di rapporto tra diritti umani e pace, il relatore ha fatto riferimento allo “Spirito di Helsinki” e ai relativi accordi presi alla Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), ribadendo come per garantire e costruire fiducia reciproca e cooperazione tra nazioni, il rispetto dei diritti umani sia fondamentale.
“È inoltre importante costruire una storia condivisa, e per farlo è necessario guardare oggettivamente agli avvenimenti passati e del presente, assumendosi le proprie responsabilità, in modo che non ci siano due versioni (quella dei vincitori e dei vinti), e che non ci siano conflitti”.
Il dott. Antonino Galloni, Dottore in Giurisprudenza ed Economista, si è soffermato sull’importanza di una giustizia non solo sociale ma anche economica, al fine di costruire un futuro di pace.
Per fare ciò, è auspicabile il passaggio dall’economia attuale, di tipo maschile, ad un’economia di tipo femminile, basata sulla prosperità. Un modello di crescita e sviluppo responsabile: “Se vogliamo ribaltare questa situazione, dobbiamo investire in settori che si occupano della società, della salute, dell’ambiente e del patrimonio artistico, che possono creare molti nuovi posti di lavoro”.
Ci vogliono perciò risposte da parte della società, ed in questo caso l’Italia può dare l’esempio: in questa nazione sono fiorite moltissime piccole imprese non capitalistiche ma competitive.
Il relatore ha concluso il suo discorso dicendo che bisogna occuparsi di queste piccole realtà e valorizzarle, per uscire dalla logica della globalizzazione e del capitalismo.
Il dott. Luca Danese, attualmente responsabile dei rapporti istituzionali EURISPES, ha focalizzato il suo discorso sull’area del Mar Mediterraneo, dove stanno avvenendo notevoli cambiamenti e processi evolutivi che, se sfruttati nel modo giusto, possono offrire molte opportunità. È evidente perciò il bisogno di politiche di collaborazione e interventi realistici in quest’area.
Italia, Francia, Spagna e Gran Bretagna sono stati paesi esempio nelle politiche di collaborazione, anche se oggi non è più così. I Paesi protagonisti delle dinamiche economiche e delle politiche culturali nell’area mediterranea sono ormai altri, ad esempio Russia, Cina e India, che hanno avviato un tipo di cooperazione ben diversa da quella europea. Oltre a questi Paesi, se ne affacciano anche di nuovi, come Israele, fra i primi a sfruttare le opportunità che le nazioni della sponda sud del Mar Mediterraneo offrivano, ma anche Brasile e Sud Africa.
Per concludere, l’On. Luca Danese ha sottolineato come sia necessario saper leggere la situazione attuale, per poter intervenire e formulare una risposta, e creare nuove politiche di cooperazione operando come sistema unitario, in quanto questa è “una partita troppo grossa per essere vinta da soli”.
La Dott.ssa Raffaella Di Marzio, Fondatrice e Direttrice del Centro Studi sulla Libertà di Religione, Credo e Coscienza (LIREC), si è soffermata sull’importanza della libertà religiosa come pilastro su cui costruire un ponte di pace.
Questo discorso diventa ancora più importante oggi per garantire convivenza e integrazione sociale, laddove ci troviamo ad affrontare casi di fondamentalismo.
È perciò fondamentale ricordare, sottolinea la dott.ssa Di Marzio, che non esistono religioni buone e religioni cattive: ogni crimine può essere perpetrato all’interno di una qualsiasi religione.
Nel nostro Paese le minoranze non vengono apertamente discriminate, anche se c’è ancora tanto per cui lavorare: abbiamo ancora delle leggi del periodo fascista in cui si parla di culti ammessi e non, che rendono difficile il riconoscimento di nuove realtà.
L’incontro si è concluso con l’intervento di Maria Gabriella Mieli, che ha ricordato il lavoro dei coniugi Moon per la pace, seguito dalle domande del pubblico presente e dalla foto finale di tutti gli intervenuti.
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